46°40'02.234"N 6°19'43.144"E - 1'007.5 m
Ci sono personaggi che non possono fare altro nella vita, se non seguire gli ideali con i quali nascono. Uno di questi, fu Tell Rochat, nato a Places sur le Pont il 9 gennaio 1898.
La sua famiglia era di origine contadina e boscaiola. Tell Rochat aveva vissuto a lungo in campagna e sembrava destinato alla stessa vita, fatta dai suoi predecessori da svariate generazioni. Ma di salute cagionevole, malato di diabete, non si vedeva nella pelle di un contadino di montagna e tendeva verso una vita intellettuale e di pittore, sebbene nato in una famiglia non proprio di artisti. Dotato di una sensibilità estrema, fu sempre attratto dai colori, dalle forme che si susseguivano sotto i suoi occhi, come gli angolini segreti di boschetti, piccole radure, mentre passeggiava nella proprietà familiare. Il suo girovagare lo condusse nella Valle e sul lago di Joux, attratto dai suoi dai colori.
Immortalare un panorama con qualche colpo di pennello, era per lui una cosa magica. Il suo primo quadro dipinto nel 1915, all'età di 17 anni, aveva certo qualcosa di ingenuo, naif, ma nello stesso tempo era in grado di fissare per sempre sulla tela, l'ambiente familiare, come si viveva erano allora con i genitori e, due dei suoi undici fra fratelli e sorelle.
Un giorno, per la voglia di vedere nuovi orizzonti, Tell parte per qualche tempo a Losanna, dove frequenta l'Accademia del Lupo. Poi per Parigi, dove lavorerà con Albert Laurens e André L'Hote, provando anche l'incisione su legno.
Una volta ritornato al paese e già tormentato dalla malattia, si dedica alla pittura di paesaggi della Valle, sia con olio o acquerelli.
Poi riparte di nuovo in altri paesi, Francia sempre a Parigi, Cherbourg, Havre, Saint Malo. Poi in Spagna con visite di Toledo, Madrid, Siviglia. Al ritorno, riporta con se i suoi dipinti, che serviranno ad arricchire la sua opera.
Si prodiga per riprodurre nel miglior modo possibile, le luci e la trasparenza. Organizza delle esposizioni a Le Pont con un certo successo, cosa che lo spinge a perseverare. Molti critici senza nessuna passione, non capiscono niente delle sue tele, certo discrete però ricche di espressioni e di colori. Bisogna anche dire che in questi primi tempi, non ha ancora dato il meglio di qualcosa di originali e finito.
Poi riparte di nuovo in viaggio con visite del Belgio e dell'Olanda. Di ritorno al paese, a volte aiuta i genitori nei lavori di campagna ma il virus della pittura che ormai l'ha contagiato, lo allontana sempre più e queste sue attività agricole, saranno solo occasionali. Ormai di dedicherà con pazienza e perseveranza solo alla pittura.
Nel 1933 con l'acquisto di una casa a Villars-sous-Yens, vicino Morges, dove c'è un clima più salutare per la sua salute, abbandona la vita di campagna.
Ciò segna l'inizio di una nuova tappa. Prima ristruttura la casa comprata e poi dipinge in continuazione, acquistando sempre più perfezione, crea delle opere di un equilibrio eccezionale, dedicate quasi tutte ai panorami del Pied du Jura. Uno dei suoi soggetti di predilezione sono i Govoni di grano in estate, sui quali crea numerose variazioni. Il giallo sembra essere il suo colore favorito, con dei verdi profondi e blu luminosi, che dipingono un panorama tranquillo, dove niente si muove.
Dopo un ricovero all'ospedale di Losanna, sempre per i problemi di salute, ritorna a Charbonnières e abita con una delle sue sorelle o dai suoi genitori, ritrovando i paesaggi della sua vallata, che ormai dipinge con sempre più padronanza, anche se le sue precarie condizioni di salute a volte gli impediscono di percepire gli orizzonti, di questi paesaggi da lui tanto amati.
"Il suo modo di dipingere evolve, diventa più luminoso con colori vividi come il giallo, il blu e il verde che si fondono armoniosamente. Dipingerà degli alberi in fiore, sottoboschi luminosi che diventano foreste incantate" e che le sue opere non lasciano insensibili nessuno. Cosi definisce la produzione di quell'epoca, il suo amico Pierre Aubert, che pure lui conosce un grande successo, forse più del suo maestro.
Tell espone sempre nella grande sala di Le Pont che spesso lo ha ospitato. Per un periodo di tempo, però molto limitato, era stato pure amministratore del villaggio ma la sua vocazione era la pittura e non quella di perdersi nei noiosi meandri della politica locale.
Dopo un altro viaggio nel sud della Francia, il 16 novembre 1939, Tell si spegne all'ospedale cantonale di Losanna. Una retrospettiva gli sarà consacrata alla galleria de l'Essor nel 1990 insieme ad altre opere di pittori combiers.
Malgrado tutti i tentativi di riabilitazione, Tell rimane un pittore sconosciuto, autore di circa 700 opere. Alcune di alta qualità vanno ben al di la di una piccola notorietà locale e di una stima di circostanza.