Pannello 12


La vita agricola a Le Pont

Quando Le Pont possedeva un vasto territorio agricolo. Nella foto Les Grands

Champs. È l'epoca autunnale o primaverile quando si sparge il letame. Una

nebbiolina è arrivata da Vallorbe via il colle della Pierre a Punex 

 

I Rochat stabilitisi nel villaggio nella prima metà del sedicesimo secolo, soprannominati allora le Petites Charbonnière, vivevano di agricoltura, allevamento bestiame e piccola metallurgia.

 

Allevamento e agricoltura di prima necessità, perché allora bisognava contentarsi di quanto prodotto dalla terra, in gran parte orzo, segale e dalla fine del XVIII secolo di patate, coltivati fino a metà del XX secolo.

 

Il territorio di Le Pont, è composto da varie aree zone ben delimitate. Una la Tornaz, si trova all'estremità nord-est del lago di Brenet, vasta ma lontana circa un chilometro dove s'arriva percorrendo un sentiero non sempre in buone condizioni, costeggiando il lago di Brenet.

 

Era l'epoca di quando gli abitanti erano orgogliosi delle loro mucche. Nella

foto, i due figli di Henri Rochat-Golay, Jules e Alfred, con i loro braccianti

agricoli 

 

Un'altra periferica è a Sagne-Vuagnard, situata ai piedi della Dent du Valion e separata dal villaggio dalla diga di Aguillons. C'erano dei casolari sparsi e una delle attività durante il periodo bellico, era lo sfruttamento della torba.

 

Ancora una, composta da una grande superficie situata su un vasto pianoro, è situata dietro Le Mont du Lac, con la parte superiore che si chiama Les Pontets. Fino al XVIII secolo c'erano dei fienili e piccole capanne, dove i contadini restavano fino alla fine dell'anno, per utilizzare il fieno raccolto in estate. A sud-ovest, altra grande zona Domaine des Places, luogo di nascita del pittore Tell Rochat.

 

Territorio agricolo di Le Pont, ACV, GC 1139/2, 1811-1814, disegno conservato a L'Abbaye, firmato Georges e Alexander Wagnon
Territorio agricolo di Le Pont, ACV, GC 1139/2, 1811-1814, disegno conservato a L'Abbaye, firmato Georges e Alexander Wagnon
Il lavoro nella campagna del Mont-du-Lac nel 1905 con Alfred-Moise Rochat che tiene le briglie dei cavalli (Collezione Jean-Emmanuel Rochat)
Il lavoro nella campagna del Mont-du-Lac nel 1905 con Alfred-Moise Rochat che tiene le briglie dei cavalli (Collezione Jean-Emmanuel Rochat)

Le più grandi superfici agricole si vedono vicino all'agglomerazione. Ci sono i terreni in pendenza dietro il villaggio, quelle del Mont-du-Lac chiamate le Cernies e poi quelle più estese, chiamate le Grands-Champs, che si trovano fra Le Pont e l'Abbaye. Siccome non c'erano sentieri comuni, era obbligatorio pagare un diritto di passaggio, cosa che creava sempre delle evidenti difficoltà.

Dei grandi e bei casolari antichi, con grandi stalle da dove si sente il profumo del fieno. Le Pont dietro la grande Rue
Dei grandi e bei casolari antichi, con grandi stalle da dove si sente il profumo del fieno. Le Pont dietro la grande Rue

La vita agricola è comandata da molte regole. Ogni singolo lavoro come lo spargimento del letame, quello nei campi, della mietitura, devono essere svolto secondo quanto stabilito, solo modo per avere una vita comune duratura.

 

Altre regole ben più definite, riguardano i pascoli allora in comune a tutti, poi diventati proprietà comunale, lontani dal posto dedicato all'agricoltura. Era li che nella bella stagione pascolava parte del  bestiame rimasto al villaggio, mentre un'altra era portata nei pascoli di montagna. Questi pascoli più ravvicinati, erano fonte di molte complicazioni sopportate pazientemente nel corso dei secoli. Per esempio, bisognava portare gli animali al pascolo dopo la prima mungitura, riportarli al villaggio per la seconda e poi riportarli nello stesso posto per la notte, sotto la sorveglianza di un pastore.

 

Altre regole, stabilivano anche l'utilizzo dell'ultima erba o altro. Tutte queste, erano un tentativo di accontentare tutti ma senza gran risultato, in quanto ognuno si riteneva danneggiato.

I contadini di Le Pont si modernizzano (Collezione Jean-Emmanuel Rochat)
I contadini di Le Pont si modernizzano (Collezione Jean-Emmanuel Rochat)

Altre consuetudini riguardavano i cavalli, proprietà degli agricoltori più ricchi, che però dovevano prestarli a color che ne erano sprovvisti. All'epoca, c'erano anche numerosi greggi di pecore e per accudirle c'era bisogno di un pastore a tempo pieno. Antiche piccole incisioni danno un'idea del genere di pascolo, situate nelle zone fertili di l'Aouille o degli Agoullons.

 

Per concludere, tutto quanto precede da un'idea di un mondo ricco e variegato, di come gli abitanti di uno stesso villaggio s'incontravano si salutavano, oppure si ignoravano e si detestavano da tempo, per i problemi dei confini terrieri.

Raccolta del fieno alla Tornaz negli anni 1910-1920
Raccolta del fieno alla Tornaz negli anni 1910-1920

 

L'installazione di industrie del ghiaccio sulle rive del lago di Brenet e l'arrivo della ferrovia, provocarono dei cambiamenti profondi e irrevocabili. Niente sarà più come prima.

 

Oggi in tutto il villaggio resta una sola azienda agricola. 

 

 

 

 

 

Questi sotto elencati sono alcuni degli antichi attrezzi:

1. Grossa falcia o falcione

2. Custodia per conservare la pietra utilizzata per affilare le lame

3. Attrezzo per battitura cereali

4. Forca in legno

5. Piccola zappa per sarchiatura

6. Attrezzo per raccolta delle patate